Sapiti, 'u ma paisi è Licuddia - le parole della notte

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Sapiti, 'u ma paisi è Licuddia

Note
 
 
 

L'autobus della facoltà di Geologia dell'Università di Catania è fermo all'ombra del fico selvatico. Non ha mai dato frutti, ma sembra piantato là dal pollice verde del Grande Vecchio, di fronte l'abbeveratoio dell'acquamolla.
Acqua fresca e ombra: c'è qualcosa di meglio da offrire nei torridi pomeriggi estivi di Licodia?
Il gregge arriva all'improvviso, ma non ti stupisci perché lo hai già sentito da un pezzo, con le orecchie e con il naso; e con l'ottusa superbia e l'indifferenza che solo le pecore possiedono, si appropriano del loro abbeveratoio.
Immobile nel cielo, lo sparviero ha avvistato qualcosa fra le coste bruciate della Serpellizza e ora si lancia in picchiata sulla preda. In altri posti la preda non avrebbe scampo, ma l'archeologia e il "lavoro" dei tombaroli, consentono alla preda un sicuro rifugio tra le tombe che a decine sono state indiscriminatamente profanate in questi anni.
I pastori riportano il gregge all'ovile percorrendo per un poco la strada asfaltata e poi sparendo, quasi inghiottiti dall'ennesima curva. Dimentichi di averli sorpassati a fatica, zigzagando fra la massa belante, assolutamente incurante del clacson, delle tue imprecazioni, del bastone del pastore. Arrivi all'entrata del paese e te li ritrovi davanti, gregge e pastori, come per magia, come se tu avessi arrancato per rampe e rampe di scale, e loro avessero preso l'ascensore.
C'è sempre una via più breve da percorrere per arrivare alla meta e c'è sempre qualcuno che la percorre. E se la via più breve è la migliore, e se a percorrerla non sei tu ma un gregge, forse c'è ancora molto da imparare...
Distesa sull'altopiano, sdraiata fra i colli del castello e del calvario, lasciatasi scivolare senza traumi, teneramente, come teneramente scivola dalla cavagna la ricotta sul piatto, Licodia sembra... riposarsi addosso.
E questa sensazione di tenerezza, di serenità, di grande mamma, viene immediatamente colta dal visitatore interessato alla storia, all'archeologia, al territorio, all'ambiente, alla gente, all'uva, alla patacò, e a quant'altro vi pare di Licodia.
Il senso di ospitalità del licodiano e di Licodia ha qualcosa di magico e di vitale. Non me ne vogliano i licodiani acquisiti (quelli che hanno trovato lavoro a Licodia, che hanno aperto un'attività commerciale, artigianale, agricola o altro), ma un dato di fatto è incontrovertibile: chi arriva a Licodia finisce col conquistarla. E noi licodiani ci facciamo ben volentieri conquistare, perché in fondo in fondo, e paradossalmente, è questa la nostra grande forza: fagocitare energia e operosità per compensare la nostra pigrizia. In altre parole, conquistiamo i conquistatori. Il ragno tesse la tela, cattura la mosca e la trasforma in ragno, che tesserà una tela che catturerà una mosca che trasformerà in ragno che tessera... che catturerà... che trasformerà....
E Licodia sopravvive, crogiolandosi nei ricordi del passato e dibattendosi tra le insidie del presente.
E quando cala la sera, e tutti i paesi del circondario si trincerano in una sorta di coprifuoco, al magico segnale della luna che affiora tra i pini del Boschitello, Licodia si sveglia, rompe l'incantesimo, si agghinda e popola le sue corti: il circolo, i caffè, 'a stratalonca, 'i canala, 'u funnucu, 'a strata 'i ncapu, 'u carbaniu, 'u buriu, 'u carminu, 'a giarratedda, 'u casali, 'u iaddu. Sembra di vedere i fantasmi delle tribù dei Siculi che si riappropriano del loro territorio perpetuando il rito tribale della iniziazione: nascono nuove amicizie, nuovi amori, si rinsalda lo spirito della famiglia, l'armonia del cortile, la buona vicinanza, si tramandano vecchi aneddoti, se ne creano di nuovi.
"Sapiti, 'u ma paisi è Licuddia!..." Quale atavico orgoglio sprizza dalla strofa di una canzoncina scritta da una non dimenticata maestra licodiana per dei bambini di scuola elementare?
"Sapiti, 'u ma paisi è Licuddia!..." Non Roma caput mundi, non Londra e la sua regina, non Mosca, né Parigi né New York, ma... Licodia.  
" Sapiti, 'u ma paisi è Licuddia..."
E' come dire: "Non cercate altrove l'ombelico del mondo!"   ©

 
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